Addio Windows 10, nuove opportunità per Linux
by Pasquale
Come si muove il mercato dei sistemi operativi desktop?
Nell’ultimo aggiornamento delle statistiche di StatCounter, l’utilizzo percentuale dei vari sistemi operativi, tra settembre 2023 e settembre 2024, ha visto queste variazioni:
Date | Windows | OS X | Unknown | Linux | Chrome OS | Other |
---|---|---|---|---|---|---|
2023-09 | 68.41 | 20.15 | 4.52 | 3.02 | 3.89 | 0.01 |
2024-09 | 73.35 | 15.45 | 4.47 | 4.48 | 2.25 | 0.01 |
A una lettura superficiale si direbbe che in un anno ci sia stato un travaso di quasi 5 punti percentuali da OS X (i Mac, per intenderci) a Windows. Uno spostamento analogo di circa 1.5 punti sarebbe avvenuto da Chrome OS (i Chromebook) a Linux.
Alla luce della crescita lenta ma costante dell’utilizzo degli OS Linux, cosa si potrebbe prevedere da qui a un anno, quando il support Microsoft a Windows 10 terminerà?
Quanti saranno tentati di ridare vita al proprio pc in via di obsolescenza software, installando una distribuzione Linux?
Se da un lato il parco di pc, sia casalinghi che aziendali, potenzialmente interessati al passaggio a Linux è ampio (oggi Windows 10 gira ancora sul 62.75% dei pc Windows, contro il 33.42% di Windows 11) , i numeri effettivi dipenderanno da diversi fattori: azioni di recupero da parte di Microsoft, semplicità del cambio di sistema operativo, facilità di utilizzo e manutenzione di un nuovo OS, rischi.
Da una quindicina di anni utilizzo distribuzioni Linux, a partire da Ubuntu, a cui hanno fatto seguito Linux Mint, in tempi più recenti ZorinOS, con assaggi di Manjaro e Bodhi Linux.
Un’idea dei pro e contro del passaggio da Windows a Linux me la sono fatta.
Perché sì
Un sistema basato su Linux utilizza le proprie risorse in modo molto più efficiente rispetto a Windows. Quindi un pc vecchiotto, in affanno con Windows 10, sembrerà rinato con un Linux a bordo. Se non altro si ritarda la necessità di svecchiare il pc di qualche anno.
Una volta su Linux, poi, si apprezzerà non solo la recuperata vitalità dell’hardware, ma anche il senso di riappropriazione del proprio pc: il software si aggiornerà quando lo decide l’utilizzatore.
Un pc Linux è inoltre rispettoso della privacy, mentre al contrario Microsoft raccoglie informazioni sugli utenti, certamente per migliorare i servizi, ma sollevando qualche preoccupazione sulla privacy.
Se questo è vero con Windows 10, ancor di più lo sarà con Windows 11, grazie alla nuova funzionalità Recall, che prevede di prendere ogni pochi secondi delle istantanee della nostra attività, per alimentare una base dati locale al pc.
Lo scopo? Quello esplicitato è aiutarci a ricordare e riutilizzare informazioni su cosa abbiamo fatto, i siti o i documenti su cui abbiamo lavorato, e così via. Il problema è che le informazioni nella base dati sarebbero a disposizione anche di Microsoft, con tutto quello che ne consegue.
La funzionalità dovrebbe arrivare questo mese e, dice Microsoft, sarà opzionale e molto sicura (all’annuncio era di default e, si è scoperto, tutt’altro che sicura).
Gli ostacoli al passaggio a Linux
Tutto bello con Linux?
Non proprio, perché occorre scegliere uno dei tanti prodotti disponibili (distribuzioni), installarlo e poi manutenerlo e, ovviamente utilizzarlo. Vediamo, in ordine, i dettagli.
La scelta
Non sarei capace di enumerare tutte le distribuzioni disponibili. Considerando solo le principali in cui mi sono imbattuto, ci sono:
- Debian, con le sue derivate Ubuntu, da cui sono derivate a loro volta Zorin OS, Linux Mint (che ha anche una versione derivata direttamente da Debian), Bodhi Linux, più una miriade di altre che non ho guardato più di tanto
- Fedora
- Arch Linux, da cui sono derivate Manjaro, EndeavourOS
Solo per citare quelle che ho provato o considerato, e senza entrare nel tema Gaming.
Una frammentazione che confonde, senza dubbio.
Se il pc da rianimare è in realtà vecchiotto e di risorse limitate, il campo si restringe a qualche derivata di Debian. Mettiamo che il caso sia disperato (come quello che vedremo tra poco), Lubuntu può essere la risposta giusta.
Prima di cominciare
Prima d intraprendere qualunque trasformazione del pc è necessario copiare tutti i propri file su un disco esterno o su chiavette usb. E verificare che ci siano effettivamente. Necessario, non suggerito, eh.
Preparare la chiavetta usb per l’installazione
Una volta scelta la distribuzione, occorre:
- scaricare dal sito del produttore l’immagine ISO del sistema operativo
- Installare su un pc un programma per trasferire l’immagine su una chiavetta USB; io utilizzo [Balena Etcher](https://etcher.balena.io, ma ce ne sono diversi ugualmente buoni.
Boot dalla chiavetta
Il pc da trasformare in Linux deve partire non dal disco (Windows) ma dalla chiavetta USB.
Ogni produttore di pc ha almeno un metodo diverso per arrivare a modificare il menu del boot. Suggerisco di cercare su Google quello valido per il proprio modello.
Il test preliminare
A questo punto possiamo far partire il pc dalla chiavetta usb.
Generalmente arriveremo alla schermata iniziale del sistema Linux scelto, che proporrà di provare o installare.
Meglio fare un giro per provare che, ad esempio, il Wi-Fi si connetta, il mouse agisca, l’audio funzioni e così via.
L‘installazione
È il momento delle decisioni irrevocabili. Se si decide di procedere con l’installazione, occorre ancora scegliere se lasciare Windows accanto a Linux, oppure se eliminarlo.
Nel mio caso, non essendoci spazio sul disco, ho dovuto eliminare Windows 10 (senza alcun rimpianto). Prima però ho recuperato il Product Key, che tornerebbe utile nel caso volessi riportare il pc a Windows 10.
La procedura di installazione è ragionevolmente semplice, e dura in genere meno di un’ora, in funzione di quanto è ricco il sw da installare e quanto è efficiente il pc.
La manutenzione
Ogni tanto ci sarà da aggiornare il sw installato. Per il ramo Ubuntu la procedura è semplice: compare un avviso e, quando si vuole, si dà l’ok a procedere.
Con Lubuntu temo che non ci sia questo automatismo, quindi occorre di tanto in tanto lanciare l’utility che controlla gli aggiornamenti.
L’installazione dei programmi
In genere un os Linux ha già a bordo un browser (tipicamente Firefox), i programmi per ufficio di LibreOffice, un editor di testi, qualche programma multimediale.
In genere è anche disponibile un Software Center, da cui scaricare applicazioni.
Lunbuntu, nella sua semplicità, non ha un software center. Per aggiungere altre applicazioni occorre quindi ricorrere all’installazione da terminale. Non è semplicissimo, ma non è necessario essere iper-esperti, basta leggere e seguire con attenzione le istruzioni.
L’utilizzo
Una volta installato e capito come gira il tutto, devo dire che ci vuole poco a prendere la mano. E strada facendo un po’ esperti di Informatica ci si è diventati, volenti o nolenti.
I rischi
Il senso di libertà e la voglia di provare cose nuove mi ha portato spesso a incasinare il mio pc Linux.
In questi casi, prima di re-installare tutto, ho provato a risolvere cercando informazioni sul web. Se ne trovano, là fuori ci sono fiorenti community di utilizzatori e, in genere, nel mio problema sono già incappati altri. Però queste operazioni prevedono una competenza che, per quanto non profonda, richiede un po’ di tempo per formarsi.
All’inizio, quindi, meglio andare cauti con la creatività.
Senza dimenticare l’utilizzo del terminale, quella finestrella nera che esiste, anche se normalmente poco utilizzato, pure su Windows (mai eseguito il comando cmd?). Su Linux l’utilizzo del terminale, se era indispensabile fino a qualche anno fa, rimane comunque molto utile ancora oggi.
Un caso esemplare
La settimana scorsa mi è toccato aggiornare alcuni pc per l’Università della Terza Età di Lecco. Ho tenuto da parte il più vecchiotto, un Lenovo Ideapad 100S-14IBR, ormai in chiarissimo affanno sia per prestazioni che per dimensione disco (non arriva a 30 GB). Aggiornamento dopo aggiornamento, nonostante ci siano installati solo Chrome e LibreOffice, rimane solo una manciata di GigaBytes disponibili.
Il processore è un Celeron N3060 @ 1.6 GHz, la memoria è di 4 GB DDR3.
L’esiguità del disco e le ridotte prestazioni della cpu mi hanno portato a scegliere Lubuntu 24.04.
Avevo già provato nel passato questa derivata di Ubuntu progettata per macchine con risorse limitate, e non ne ero rimasto particolarmente colpito. Devo dire che nel frattempo è migliorata decisamente.
L’installazione è stata veloce, il pc ora è reattivo e regge bene diverse applicazioni in contemporanea. Adesso devo solo convincere gli allievi che è anche facile da usare.
Ma se volessi comprare un pc Linux già bello e pronto?
Ottobre 2024, vorrei comprare un nuovo pc. Faccio un salto al MediaWorld e trovo: banchetto chic della Apple, serie di laptop Windows da 300 € a quanto vuoi spendere. Un’isoletta è riservata ai Chromebooks. E basta.
Certo, c’è l’online. Posso cercare, ad esempio “laptop linux preinstallato” su Amazon. Ma nemmeno con una chiave di ricerca così precisa ottengo risultati chiari e inequivocabili. Devo dribblare infatti Chromebook vari (sì, i Chromebook sono basati su Linux, ma sono molto diversi all’utilizzo), e un dilagare di Windows 11.
Che previsioni fare
Microsoft ha annunciato un programma di manutenzione a pagamento di Windows 10, oltre la data dell’ottobre 2025, anche per clienti consumer.
È facile prevedere che l’attuale utenza Window 10, da qui a un anno o poco più, avrà seguito uno di questi percorsi:
- Se il pc lo consente, sarà passato a Windows 11
- Avrà comprato un nuovo pc
- Rimarrà su Windows 10, correndo qualche rischio di sicurezza
- Attiverà un programma premium di manutenzione
- Passerà a una distribuzione Linux
A buon senso credo che 1., 2. e soprattutto 3. saranno le strade preferite.
La manutenzione premium ha, secondo me, poco attrattiva nel mercato consumer.
Dal suo canto, il passaggio a Linux riscuoterà interesse presso chi non avrà voglia di rottamare un pc altrimenti ancora funzionale, avrà a disposizione un amico più o meno esperto, e sarà disponibile a correre qualche rischio divertendosi.
Speriamo non siano pochi!